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A questo punto ci si trova davanti al reiki metodo Usui creato dalla Maestra Takata e spurgato di tutto ciò che è prettamente giapponese, in sostanza si tratta di pura tecnica, ed il reiki originale della Maestra Yamagushi rimasto anche ancorato a tutta la filosofia orientale giapponese, ma esiste anche il reiki tradizionale portato avanti dal monaco e maestro Reiki Hyakuten Inamoto anch’esso giunto sino a noi e quello sempre tradizionale del Maestro Hiroshi Doi, membro della Gakkai (il centro di formazione fondato da Mikao Usui) che ha portato in occidente il reiki secondo gli insegnamenti originali.
Successivamente vari maestri hanno creato delle modifiche al reiki creando un’infinità di tipologie: reiki universale, reiki cristico, reiki sciamanico, reiki aurico, reiki karmico, reiki komyo, reiki kuruma e tantissimi altri.
Il metodo Usui rimane, però, quello più praticato e conosciuto in tutto il mondo, la sua particolarità è anche quella di essere stato codificato in modo tale che si possa frequentare in qualunque scuola esistente sul pianeta ed avere la possibilità di proseguire nei livelli successivi anche se impossibilitati a frequentare la scuola dove è stato conseguito un qualunque livello, infatti tutti i maestri adottano la stessa tipologia di insegnamento con le stesse identiche tecniche ed identiche iniziazioni.
Il maestro oltre ad insegnare come far veicolare al meglio le energie universali attraverso il reikista con determinate tecniche relative alla posizione delle mani, fa quello che viene definito “iniziazione” ossia apre determinati canali energetici che possano permettere a chi prende il primo livello di divenire “un filo conduttore” di energia universale, grazie a questo livello l’allievo potrà svolgere sedute di reiki agli altri in presenza ed a se stesso.
Per altri si intendono non solo le persone, ma anche animali, piante, cibi, medicinali, bevande, minerali e tutto ciò che si desidera con l’esclusione di alcuni casi particolari indicati nelle controindicazioni che troverai nella scheda del trattamento reiki cliccando qui.
Acquisito il primo livello l’allievo dovrà attendere almeno sei mesi per potersi avvicinare al secondo livello, il tempo richiesto è il minimo per poter far si che il neo reikista possa prendere confidenza con le tecniche, ma anche con le energie e possa effettuare degli auto trattamenti e delle sedute ad altri; in tal modo farà esperienza che si troverà necessaria per poter affrontare il secondo livello.
Con il secondo livello verranno aperti altri canali e verranno insegnati i simboli da utilizzare per poter effettuare sedute a distanza.
Questo livello, quindi, permetterà al reikista di mettersi in contatto con le energie universali e mandare la sua “guarigione a distanza” arrivando al destinatario del trattamento anche se questo si trova a chilometri di distanza.
Questo tipo di lavoro, che a tanti può sembrare impossibile e quasi fantascienza, è possibile grazie alle frequenze energetiche che creano vibrazioni.
Le energie, quindi, fluttuano nello spazio, che non è vuoto, ed arrivano al destinatario così come se fosse seduto accanto al reikista.
Dopo il secondo livello bisognerà attendere almeno sei mesi per impratichirsi e diventare padroni della tecnica, ma anche del contatto con le energie.
Il terzo livello permetterà al reikista di avvicinarsi sempre più al livello più alto, quello del master reiki, ossia maestro di reiki, in questo livello viene effettuata l’ultima iniziazione e la formazione personale sarà completata, qui vengono coinvolte sia la sfera spirituale che emozionale.
Dopo il terzo livello dovranno passare almeno sei mesi, così come è accaduto per i livelli precedenti.
Il master reiki è il livello che permetterà di diventare insegnanti, quindi verrà spiegato come comportarsi e si affiancherà il proprio maestro o la propria maestra per imparare “su campo”, con questo livello quindi non si impara a fare reiki od a essere più potenti, ma si impara ad insegnare.
La scorsa volta abbiamo parlato della tecnica vertebrale: i muscoli della masticazione e facciali, l’occlusione dentale, la prossima volta parleremo della tecnica vertebrale e l’apparecchio ortodontico.
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