La scorsa volta abbiamo visto come Edward Bach scoprì i suoi primi fiori, ora proseguiamo a scoprire cosa accadde nella sua vita dopo aver scoperto i suoi primi tre fiori.
Scrisse un primo libro “Alcuni nuovi rimedi ed il loro uso” basandosi sugli studi dei suoi primi tre fiori.
Nel 1930, all’età di 43 anni, si ritirò cedendo il suo laboratorio, bruciando tutti gli scritti dei suoi studi e buttando i flaconi dei suoi vaccini malgrado i suoi collaboratori ed amici l’avessero osteggiato cercando di dissuaderlo dall’abbandonare tutto quello che aveva fatto che, tra l’altro, gli permetteva di avere un buon guadagno oltre che a dare lavoro a parecchie persone.
Lui ormai aveva deciso ed una mattina di maggio partì ed andò a vivere in campagna con la fedele assistente Nora Weeks.
Quando Bach decise di lasciare Londra preparò le sue valige ed in una mise tutti i suoi materiali ed attrezzi di studio che erano quelli che usava in ambito medico solo che al momento di partire, per uno scambio di valige, portò via una valigia di scarpe lasciando a casa tutto il resto: di fatto l’Universo lo avvisò che gli erano più utili le scarpe dei suoi attrezzi; infatti Bach iniziò a lavorare in modo totalmente diverso, si che aveva sempre i suoi metodi medici, ma le gambe furono il suoi “attrezzi da lavoro” principali, infatti iniziò a fare lunghe passeggiate meditative in mezzo alla natura nella quale si ritirava, era quella natura che aveva conosciuto da bambino e che gli avrebbe dato modo di connettersi al regno vegetale per selezionare le piante curative.
La mattina presto si recava in mezzo alla natura, anche nelle zone limitrofe delle piante che avrebbe selezionato, ed entrava in sintonia con essa in una sorta di meditazione molto profonda che lo metteva in contatto con le vibrazioni dei fiori.
Le sue camminate erano rivolte a poter entrare in contatto con la natura che lo circondava e quindi utilizzava tutti i sensi: annusava, guardava, si lasciava coinvolgere; aveva bisogno di un tempo per entrare in comunicazione con l’ambiente circostante per arrivare ad uno stretto contatto diretto del corpo con la natura e via via iniziava a selezionare le piante che sentiva utili.
Nelle sue passeggiate raccoglieva e scartava, alcune piante avevano caratteristiche spirituali trascendenti che sarebbero state utili per “rimettere a posto” le tipologie animiche che lui aveva selezionato a livello umano.
Con l’aiuto di Nora Weeks scrisse il libro “cura te stesso” dove spiegò la filosofia di questa nuova cura ed i principi che la ispiravano.
Intanto continuava la sua ricerca, ogni giorno andava in mezzo alla natura e poi tornava a casa ed andava nel suo laboratorio e cominciava a fare esperienza con loro: li guardava, li studiava, studiava il tipo di reazione e cercava di capire come estrarre da un fiore (da un rimedio) l’informazione.
All’alba di un mattino di maggio attraversando un campo ancora bagnato dalla rugiada ebbe l’idea che essa potesse contenere una parte delle proprietà della pianta sulla quale era e che quindi essa potesse essere utilizzata raccogliendola, i fiori di Bach non sono fitoterapia, nelle boccettine (stock bottle) dei fiori di Bach non ci sono dentro i pezzi di fiori o piante ma solo la vibrazione, quindi quello che interessava a Bach era estrarre l’informazione vibrazionale e tradurla tramite un vettore che potesse poi passare questa informazione a chi la utilizzava: il vettore era l’acqua che diventava acqua informata, ossia che conteneva l’informazione di quel rimedio.
Dobbiamo sapere che l’acqua non ha una sua vibrazione, ma prende la vibrazione di ciò che la contiene o di ciò che in essa viene posto e questa è alla base dei fiori di Bach, l’effetto dell’acqua informata è lo stesso di una cordatura, è come se noi fossimo strumenti scordati, come un pianoforte, e quando siamo accordati suoniamo bene, l’acqua informata ci aiuta ad accordarci per “suonare” bene.
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La scorsa volta abbiamo parlato del sistema muscolare: i muscoli flessori della gamba, la prossima volta proseguiremo a vedere la muscolatura della gamba.
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