La volta scorsa abbiamo visto cosa è il pendolo del transurfing e come agisce sull’individuo modificandone l’intera vita.

Riporto qui di seguito un trafiletto che ho scritto nel post precedente per comodità tua che stai leggendo:

Le “profezie” che andranno ad avverarsi con le conseguenti vibrazioni sono date da dei campi energetici che vengono creati sia individualmente che in gruppo; questi campi energetici prodotti dalla mente sono detti “pendoli del transurfing” e, come le onde radio che non vediamo ma sappiamo che esistono e lo verifichiamo accendendo un apparecchio radiofonico, qui si accendono i campi energetici della mente.

Il “pendolo”, che non ha nulla a che vedere con il pendolo che spesso viene usato da chi predice il futuro od una situazione come se fosse l’utilizzo dei tarocchi, è la realtà emozionale che si rafforza sino a diventare un’entità energetica radicata nel vissuto

Se essere solo un individuo scatena nel soggetto interessato tutto questo, bisogna sapere che gruppi di persone sono singoli individui e che se un gruppo pensa in una certa direzione crea onde mentali, come se fossero quelle radio, che vanno verso la direzione del pensiero innondando di energia che vibra di quel pensiero e creando strutture energetiche, ossia i pendoli, con informazioni invisibili, ma reali, che raggiungono un’infinità di altre persone.

Questo meccanismo si può innescare anche ad intere popolazioni sviluppando autonomamente e sottoponendo chi ne viene colpito ad entrare nell’ingranaggio di un meccanismo ove il pensiero univoca tutti coloro che ne appartengono e, di conseguenza, creando una realtà.

Questo spesso si riscontra in gruppi che riconosciamo come sette, è un meccanismo spesso utilizzato per coinvolgere in un pensiero comune più o meno soggetti che a volte entrano in esso non accorgendosene neppure perchè accompagnati lentamente ed in varie tappe, così come si conduce per mano un bambino tranquillizzandolo ad ogni passo che viene effettuato e promettendo un regalo alla fine del percorso; per un adulto la cosa più ambita è il poter avere uno stile di vita migliore. 

Il “pendolo del transurfing” aumenterà in proporzione diretta all’aumentare dei suoi sostenitori creando frequenze dette “risonanza”, questo accadrà anche in senso contrario ossia andrà a diminuire man mano che sempre meno persone saranno all’interno di questo meccanismo portando il pendolo a fermarsi e, possiamo dire, a morire.

I pendoli si insinuano nei sentimenti e nelle reazioni del soggetto in questione andando a modificare la sua forma pensiero e di conseguenza i suoi pensieri ed abitudini, nonchè comportamenti.

Per potersi liberare da questo meccanismo, ossia dei pendoli del transurfing, non bisogna ribellarsi in quanto questo creerebbe maggiori problemi e sarebbe controproducente, infatti andrebbe ad alimentare l’energia emotiva rafforzandola, quindi la strategia migliore è quella di accettare per non andare ad alimentare il pendolo (ricordiamo come visto sopra che si auto alimenta e muore se non viene alimentato) e magari metterci una buona dose di ironia ed umorismo che andrà ad indebolirlo sino a farlo scomparire nel nulla: un buon metodo è quello di trasformare la rabbia in una sorta di gioco, diciamo per non dargli peso, se si è insicuri invece di vivere nella tristezza e nello sconforto darsi un tono di sicurezza ed entusiasmo.

Capisco che fare tutto ciò sia un lavoro immane, anche perchè il nostro cervello è pigro e quindi tenderà a boicottare tutto il nostro lavoro per non fare fatica, qui è proprio il caso di dire che: tante persone stanno bene nel loro male pur di non far fatica ad uscirne; il cervello preferisce farci stare male piuttosto che fare tutta la fatica a cambiare.

L’alternativa a non voler fare questo sforzo, però, non è la strada giusta per vivere serenamente ed in armonia con il mondo che ci circonda, ma soprattutto con noi stessi che, ricordiamoci, siamo la persona con la quale ci troviamo a stretto contatto per tutta la vita.

Continua…

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La scorsa volta abbiamo parlato della mobilità articolare, la prossima volta parleremo della verticale di Barrè.

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