La scorsa volta abbiamo visto come considerava la materia e la realtà Aristotele e la sua teoria sulla generazione spontanea, ma vediamo ora questi pensieri che strade hanno preso dopo di lui.
Posidonio, nato ad Apamea in Siria il 135 a.C. e deceduto nel 51 a.C. a Rodi in Grecia, fu un grande filosofo e parlò per la prima volta di ipostasi (dal greco hypostasis; hypo= sotto, stasis= stare) che significa essere sussistente, essere di sostanza e corrisponde ad ogni dimensione diversa della realtà.
Anche qui ci ritroviamo tra concetti di materia e realtà, lo stesso termine fu utilizzato successivamente nelle Enneadi che sono degli scritti di Plotino, 203/205 d.C. a Licopoli in Egitto e deceduto nel 270 d.c. in Campania, dove egli afferma che le ipostasi sono le sostanze principali del mondo intelligente, sono sotto rispetto a ciò che appare e quindi sono il fondamento occulto della realtà evidente, e sono tre impostate nel seguente ordine in quanto l’una è conseguenza dell’altra:
- l’uno: del quale nulla è lecito dire se non che è uno e bene
- l’intelletto: che procede dall’uno poichè consiste di tutte le forme, i modelli del pensiero, oltre che della realtà ontologica
- l’anima: che procede dall’intelletto e sta a fondamento della vita ed è l’ultimo grado della realtà effettiva
Se si guarda la religione cattolica e, nel cristianesimo nello specifico, viene suddiviso in: Padre, Figlio e Spirito Santo; Cristo quindi, in base a questa teoria, risulta essere ipostasi perchè umana e divina.
Per i Greci, con questo termine, viene indicata una persona di qualsiasi sostanza, ma nell’uso comune della parola ci si riferisce a soggetti che hanno una natura razionale.
Se si parla di cose composte da forma e materia allora non si può parlare solamente di forma o solamente di materia, ma di entrambe e quindi l’essenza è l’insieme delle due essenze ed anche qui ricadiamo nell’ipostasi.
Se guardiamo il corpo umano avremo tre parti indivisibili: anima, carne ed ossa, quindi avremo una condizione di ipostasi.
Nella scuola pitagorica la sostanza è un numero, gli elementi naturali variano per quantità che è misurabile e, di conseguenza, numerabile quindi i numeri vengono considerati all’origine di tutto.
Oggi, nella filosofia moderna, questo termine è stato utilizzato per indicare un concetto astratto in senso negativo (ipostatizzazione: fenomenico; ad esempio guardo una gara di canto alla televisione e dichiaro di aver vinto o perso a seconda della persona per la quale io tifavo, in effetti io non ero in gara e quindi ho ipostatizzato il mio “io”, vediamo meglio: la gara era vera, la mia partecipazione emotiva anche, ma io non ero sul palco in gara, quindi ho ipostatizzato me, ho creato una realtà diversa dalla realtà vera)
Il concetto di materia va avanti indisturbato per tutto il 1800 e così la fisica classica che la studia, ma poi vi fu una rivoluzione con nuove teorie e sviluppi della relatività e della meccanica quantistica.
Un nuovo pensiero nasce con la quantistica, il quantum physics, che ha dato un grosso choc alla scienza conosciuta sino a prima della scoperta dei quanti e l’introduzione della quantizzazione dell’energia di Max Planck il cui lavoro fu portato avanti da Einstein, la quantistica propone una realtà dell’Universo totalmente differente perchè considera anche ciò che esiste, ma non si vede e che la realtà è condizionata da chi la osserva, come dimostrato dall’esperimento del gatto di Schrödinger che vedremo più avanti.
La posizione di una particella subatomica varia a seconda di chi la osserva ed in quale punto, noi potremmo semplicemente capire con un esempio facile che se io cambio prospettiva vedo in modo diverso ciò che prima guardavo e quindi è vedere la stessa cosa ma che sembrano cose differenti, proprio perchè cambio io il mio punto di osservazione e di conseguenza cambio la realtà che sto vivendo, questo si usa dire che “un’onda probabilistica collassa in una particella allorchè essa viene osservata”, si parla anche dei pendoli del transurfing che sono i campi energetici prodotti dalla mente.
Nel 1927 Heisenberg, scoprì il principio di indeterminazione e sconvolge la comunità scientifica sostenendo che non è possibile conoscere la realtà attraverso l’osservazione, in sostanza non si può determinare con precisione assoluta la posizione di una particella, ma ne parleremo più avanti.
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La scorsa volta abbiamo parlato delle ossa della testa: il neurocranio, la prossima volta parleremo delle ossa della testa: lo splancnocranio.
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