La scorsa volta abbiamo visto come Edward Bach arrivò alla scoperta dei 7 fiori che chiamò “aiuti” ed al primo fiore che classificò negli “assistenti”, ma non si fermò qui infatti proseguì sino ad arrivare a 19 assistenti.
Dopo il primo fiore assistente, cherry plum, i successivi 18 fiori furono: elm (botanica: ulmus procera; italiano: olmo), aspen (botanica: populus tremula; italiano: pioppo tremulo), chestnut bud (aesculus hippocastanum; italiano: ippocastano, germoglio di ippocastano), larch (botanica: larix decidua; italiano: larice), hornbeam (botanica: carpinus betulus; italiano: carpino), willow (botanica: salix vitellina; italiano: salice giallo), beech (botanica: fagus sylvatica; italiano: faggio), crab apple (botanica: malus pumila; italiano. melo selvatico), walnut (botanica: junglas regia; italiano: noce), holly (botanica: ilex aquifolium; italiano: agrifoglio), star of Bethlehem (botanica: ornithogalum umbellatum; italiano: latte di gallina o stella di Betlemme), white chestnut (botanica: aesculus ippocastanum; italiano: ippocastano bianco), red chestnut (botanica: aesculus carnea; italiano: ippocastano rosso), pine (botanica: pinus sylvestris; italiano: pino silvestre), honeysuckle (botanica: lonicera caprifolium; italiano: caprifoglio), wild rose (botanica: rosa canina; italiano: rosa canina), mustard (botanica: senapis arvensis; italiano: senape selvatica), sweet chestnut (botanica: castanea sativa; italiano: castagno. E’ quello delle castagne autunnali)
La cosa piuttosto curiosa, riportata anche da Nora Weeks, era che Bach si sentiva male il giorno prima di scoprire un nuovo rimedio, come se ci fosse qualcosa che lo spingesse a cercare quello specifico fiore, ma il suo dolore era forte tanto che chi gli era accanto si meravigliava di come potesse, malgrado tutto, rimanere lucido mentalmente.

Il tempo sta per finire e le condizioni ambientali che debbono avere certe caratteristiche non sempre si presentano, tra l’altro vi sono fiori raccolti dagli alberi e non dalle piante e quindi la raccolta con l’uso del sole come catalizzatore non sempre è possibile utilizzarlo, quindi trova un nuovo metodo: la bollitura che fu utilizzata per 18 fiori.
I fiori raccolti da piante od all’inizio della primavera, con il sole non ancora abbastanza caldo, furono trattati con questo nuovo sistema ideato da Bach che poneva i fiori per un’ora in bollitura a fuoco lento, ma all’interno dell’acqua aggiungeva anche qualche foglia e stelo della pianta stessa, attendeva che si raffreddasse e poi filtrava, diluiva ed aggiungeva il brandy della stessa quantità dell’acqua, per ottenere la “tintura madre”, ad essa poi si aggiungevano 240 litri di brandy e si imbottigliava.
Di questi 19 assistenti per white chestnut non utilizzò la bollitura.
Nell’estate dell’ultimo anno della sua vita scrisse la sua opera definitiva con tutti i suoi fiori “I dodici guaritori e altri rimedi” e lavorò ad una conferenza dal titolo “Le erbe guaritrici” che ebbe luogo il 24 settembre del 1936, giorno del suo 50’ compleanno.
Bach creò anche la versione definitiva della sua unica miscela di 5 fiori: il rescue remedy (impatiens, clemantis, cherry plum, rock rose e star of Bethlehem), lui preferiva proporre sempre solo un fiore, ma questa era una miscela per le emergenze.
Per non far perdere tutto il suo lavoro e la sua ricerca tenne conferenze pubbliche aperte a chiunque, anche ai colleghi, mettendosi nuovamente in contrasto con l’ordine dei medici.
Nel mese di ottobre del 1936 si rese conto di essere vicino alla fine della sua vita, le sue forze stavano diminuendo e non voleva che tutto il suo lavoro si perdesse, quindi istruì tre suoi collaboratori in modo tale che potessero proseguire il suo lavoro così come lui aveva fatto, ossia secondo i suoi procedimenti e le sue prescrizioni.
Si fa la colpa di non aver avuto più tempo a disposizione per aiutare gli altri ed affida a Nora Weeks il compito di divulgare il suo immenso lavoro.
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La scorsa volta abbiamo parlato del sistema muscolare: problemi e disturbi ai muscoli delle gambe, la prossima volta proseguiremo a vedere la muscolatura.
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