COME LI PRODUCEVA BACH
Nei post passati abbiamo parlato di Edward Bach, della sua vita e della sua grande scoperta.
In questi post abbiamo visto anche come riuscì a “catturare” le vibrazioni dei fiori, rivediamo brevemente una piccola cronistoria di questi passaggi.
Un giorno, compreso tra il 1928 ed il 1929 verso settembre Bach decise di recarsi in Galles senza un’apparente necessità, vi andò d’impulso e ritornò a Londra con due piante: Impatiens (botanica: impatiens glandulifera; italiano: non mi toccare) e Clemantis (botanica: clematis vitalba; italiano: vitalba) e le preparò allo stesso modo che aveva studiato nell’omeopatia, ossia per triturazione dei semi, li inizia a somministrarle alle persone in base alla loro personalità ed ha degli ottimi risultati, funzionano, si rende conto che sta per scoprire qualcosa di veramente rivoluzionario anche se ancora non sa bene come farlo; abbandona il suo studio sui vaccini che vuole sostituire con questa nuova tipologia di rimedio naturale; nello stesso anno trova il terzo fiore dei 38: Minulus (botanica: mimulus guttatus; italiano: mimolo giallo).
Così inizia la sua storia con i fiori che oggi conosciamo e prosegue con la sua continua ricerca di altri fiori.
La mattina presto si recava in mezzo alla natura, anche nelle zone limitrofe delle piante che avrebbe selezionato, ed entrava in sintonia con essa in una sorta di meditazione molto profonda che lo metteva in contatto con le vibrazioni dei fiori.
All’alba di un mattino di maggio attraversando un campo ancora bagnato dalla rugiada ebbe l’idea che essa potesse contenere una parte delle proprietà della pianta sulla quale era e che quindi essa potesse essere utilizzata raccogliendola, i fiori di Bach non sono fitoterapia, nelle boccettine (stock bottle) dei fiori di Bach non ci sono dentro i pezzi di fiori o piante ma solo la vibrazione, quindi quello che interessava a Bach era estrarre l’informazione vibrazionale e tradurla tramite un vettore che potesse poi passare questa informazione a chi la utilizzava: il vettore era l’acqua che diventava acqua informata, ossia che conteneva l’informazione di quel rimedio.
Dobbiamo sapere che l’acqua non ha una sua vibrazione, ma prende la vibrazione di ciò che la contiene o di ciò che in essa viene posto e questa è alla base dei fiori di Bach, l’effetto dell’acqua informata è lo stesso di una cordatura, è come se noi fossimo strumenti scordati, come un pianoforte, e quando siamo accordati suoniamo bene, l’acqua informata ci aiuta ad accordarci per “suonare” bene.
Successivamente sostituì la raccolta della rugiada con acqua purissima di fonte in una zona vicina a quella della raccolta del fiore perchè raccogliere mezzo litro di rugiada era un procedimento molto gravoso.
Un altro problema era quello di trovare un catalizzatore, ossia qualcosa che potesse fissare l’informazione nell’acqua, ossia un metodo che facesse cadere nell’acqua l’informazione del fiore, e capì che il calore del sole doveva magnetizzare l’acqua con i principi attivi della pianta stessa, quindi utilizzò l’esposizione al sole (solarizzazione) per 4 ore come primo metodo che ideò dopo vari tentativi ed esperimenti che aveva fatto.
Tornato nel suo laboratorio raccoglieva il fiore dall’acqua con un rametto della stessa pianta dalla quale il fiore era stato preso proprio per non “sporcare” l’informazione con le sue mani (la quantistica ci insegna che l’informazione può essere modificata a seconda dell’osservatore e quindi non voleva affatto interferire con essa) e non appena nell’acqua apparivano delle caratteristiche bollicine che indicavano che era avvenuto il trasferimento dell’informazione, ossia il trasferimento energetico vibrazionale dal fiore all’acqua, toglieva il fiore.
Filtrava l’acqua ed otteneva il preparato base al quale aggiungeva un conservante, il brandy, nella stessa quantità dell’acqua per ottenere quella chiamata “tintura madre”, ad essa poi si aggiungevano 240 litri di brandy e si imbottigliava.
Bach insisteva sul brandy perché esso è un prodotto della vite (vine uno dei 38 fiori) ed è invecchiato in botti di rovere (oak uno dei 38 fiori); quindi il brandy è già un distillato dove è presente l’energia dei fiori stessi.
Egli aveva studiato la base dell’omeopatia e quindi sapeva che con la tecnica della diluizione veniva esaltata la capacità e l’effetto del principio attivo, all’opposto di ciò che accade per quanto riguarda le tecniche allopatiche che lavorano al contrario: ossia più ne prendo e maggiore sarà l’effetto.
Questo fu un periodo lungo della sua breve vita e non volle perdere tempo così andò a velocizzare la sua ricerca per poterci lasciare più fiori possibili.
Il tempo sta per finire e le condizioni ambientali che debbono avere certe caratteristiche non sempre si presentano, tra l’altro vi sono fiori raccolti dagli alberi e non dalle piante e quindi la raccolta con l’uso del sole come catalizzatore non sempre è possibile utilizzarlo, quindi trova un nuovo metodo: la bollitura che fu utilizzata per 18 fiori.
I fiori raccolti da piante o all’inizio della primavera, con il sole non ancora abbastanza caldo, furono trattati con questo nuovo sistema ideato da Bach che poneva i fiori per un’ora in bollitura a fuoco lento, ma all’interno dell’acqua aggiungeva anche qualche foglia e stelo della pianta stessa, attendeva che si raffreddasse e poi filtrava, diluiva ed aggiungeva il brandy della stessa quantità dell’acqua, per ottenere la “tintura madre”, ad essa poi si aggiungevano 240 litri di brandy e si imbottigliava.
Di questi 19 assistenti per white chestnut non utilizzò la bollitura.
COME SI PRODUCONO OGGI I FIORI E QUALI ACQUISTARE
La produzione dei fiori viene effettuata come faceva Bach e quindi i fiori vengono raccolti in aree non contaminate, certamente oggi la grande produzione non permette di andare nella natura a cercare i fiori, quindi vi sono aree apposite che svolgono questa parte di compito: la crescita dei fiori.
I procedimenti che vengono utilizzati per creare le boccette, gli stock bottle, da 10, 20 o 30 ml in cui si trovano in commercio i fiori di Bach sono quelli dettati dal Dottor Bach.
Nelle boccette, quindi, ancora oggi sono contenute le vibrazioni dei fiori e non le materie prime come ad esempio i petali e le foglie.
Il conservante utilizzato maggiormente è il brandy, in commercio si trovano anche con aceto di mele o glicerina al posto del brandy per i bambini, gli animali e coloro che non possono assumere alcolici.
Oltre alla Bach Center, che produce i 38 fiori e il rescue remedy, ci sono altre aziende che li producono e che hanno aggiunto combinazioni di fiori creando delle miscele, di conseguenza si trovano in commercio degli stock bottle con i fiori già abbinati.
Ognuno deve scegliere quella che preferisce o che gli viene maggiormente consigliata, io preferisco crearmi la mia miscela perchè è in base al mio tipo animico e ai miei stati e di conseguenza è su misura per me, ma ognuno è libero di scegliere ciò che più gli risuona, conviene o viene consigliato.
Si fa presente, però, che i fiori non sostituiscono le cure mediche e sarà il medico a effettuare le diagnosi, i fiori non sono medicinali ma rimedi che non contengono il fiore o una parte di esso, ma la sua vibrazione.
Hai perso la prima parte della storia dei fiori di Bach? clicca qui.
Continua prossimamente per scoprire e conoscere meglio i suoi meravigliosi fiori.
La scorsa volta abbiamo parlato del sistema muscolare: i muscoli superficiali della schiena (l’elevatore della scapola), la prossima volta continueremo a parlare del nostro corpo fisico.
Per vedere tutti gli articoli usciti clicca qui.
Hai delle domande? Vedi se ci sono già le risposte in domande frequenti – faq scorrendo la pagina sino in fondo.
Non ci sono le risposte? Scrivimi.